Progetto InnocentI

Strage di piazza della Loggia, al via il processo di revisione della condanna di Maurizio Tramonte

La Corte di Appello di Brescia ha ammesso la revisione della sentenza di condanna all’ergastolo nei confronti di MAURIZIO TRAMONTE, per la strage di piazza della loggia del 28.5.1974.

Unitamente a Carlo Maria MAGGI, Tramonte fu ritenuto responsabile della tristemente nota “strage di Brescia”. Inizialmente imputati con DELFO ZORZI, PINO RAUTI e DELFINO FRANCESCO, tutti erano stati assolti in primo e secondo grado dalle Corti di Assise di Brescia, ma la Corte di Cassazione con sentenza del 4.7.2014  annullò l’assoluzione nei confronti di MAGGI e TRAMONTE rinviando per un nuovo giudizio alla Corte di Assise di Appello che con sentenza del  22.7.2015 condannò gli imputati alla pena perpetua.

La foto in cui è stato riconosciuto il giovane Tramonte

La sentenza dei giudici milanesi, che ribaltava  così le due assoluzioni dei giudici bresciani, dopo avere riaperto l’istruttoria dibattimentale riteneva decisiva nei confronti del TRAMONTE l’accertata presenza fisica del medesimo in piazza della loggia la mattina della strage, circostanza quest’ultima, sempre negata dall’imputato, che veniva dedotta dalla dichiarazione resa dal compagno di cella del Tramonte (Vincenzo Arrigo) che lo aveva riconosciuto in una foto pubblicata dal Museo della Memoria, nonchè dalla consulenza atropometrica del consulente del P.M., che pur negando l’identità del soggetto effigiato in quella foto con il Tramonte, ne affermava la compatibilità antropologica ( somiglianza).

Tramonte all’epoca dei fatti era un collaboratore del SID (servizi segreti militari) dell’allora generale Vito MICELI, e nel contesto di quella collaborazione aveva informato i suoi referenti del protagonismo di Carlo Maria Maggi per la costituzione di un gruppo estremista di destabilizzazione dell’ordine democratico.

Adesso tutto torna in discussione, il 15 marzo il Presidente della seconda sezione dr. GIULIO DEANTONI ha fissato l’udienza per il processo di revisione.

Tramonte una settimana dopo la strage

Attraverso i propri legali, Avvocati BALDASSARE LAURIA e PARDO CELLINI – della FONDAZIONE GIUSEPPE GULOTTA che ha studiato il caso – Maurizio Tramonte torna in giudizio. La difesa vuole dimostrare grazie ad una nuova perizia antropometrica, che utilizza una nuovissima tecnologia, e prove testimoniali mai escusse nel giudizio di merito che il soggetto effigiato in quella foto non è Maurizio Tramonte. La difesa ha prodotto peraltro una serie di foto dello stesse periodo in cui visibilmente è da escluderel’identità dei Tramonte con il soggetto della foto.

Ma la revisione si fonda anche sul rilevato contrasto con il giudicato della corte di assise di appello di Venezia del 19.04.198 che mandò assolti Papa Angelino e Raffaele, De Amici Marco e Ferrari Fernando imputati per la medesima strage, ascrivendo la responsabilità ideativa ed esecutiva a BUZZI ERMANNO.

La condanna di Maurizio Tramonte a nostro avviso è ingiusta, è maturata su un compendio di indizi che alla luce delle nuove prove  non possono reggere più il giudizio di colpevolezza. Sappiamo di entrare in un conteso processuale nel quale è ancora sanguinante la ferita di quell’orribile strage che offese la città di Brescia,  cercheremo di dare il nostro contributo per l’accertamento della verità, obiettivo ritengo condiviso da tutte le persone offese” ha dichiarato l’Avv. Baldassare LAURIA.

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