La Corte penale del Cairo ha condannato all’ergastolo Luigi Giacomo Passeri, e ha fissato la pena minima da espiare in carcere in anni 25.
Giacomo Passeri, accusato di traffico interazione di stupefacenti, è da un anno nel carcere di Badr, a nord della capitale, in condizioni disumane senza il rispetto degli standards minimi di detenzione.
Passeri si è sempre proclamato innocente e si sente abbandonato dallo Stato Italiano, ha spiegato il fratello. Non ha mai ricevuto una visita dall’Ambasciata Italiana. La famiglia nei giorni scorsi aveva lanciato l’allarme per le condizioni di detenzione e del ragazzo, che aveva pure iniziato lo sciopero della fame per protestare contro il trattamento disumano cui è sottoposto.
Il ragazzo di 31 anni, originario della Sierra Leone e cresciuto a Pescara, si trovava in vacanza in Egitto quando è stato arrestato e portato nel Correctional and rehabilitation center di Badr, nel Nord del Cairo. Ha poi affrontato il processo di primo grado, che si è celebrato il 19 agosto. È il suo avvocato Said Shabaan ad avergli riferito la decisione dei giudici perché Passeri era stato riportato in cella poco prima, ed era quindi assente dall’aula. Un altro fratello ha riferito che è rinchiuso in una cella com 14 detenuti, pena di mosche, cattivi odori e condizioni igieniche molto precarie.
“Abbiamo chiesti informazioni ai nostri corrispondenti egiziani. I fatti non sono chiari, il processo non ha garantito efficacemente ei diritto di difesa. Passeri avrebbe firmato una confessione in lingua araba, pur senza conoscere la lingua e senza la presenza del suo difensore, stiamo cercando di recuperare gli atti del processo per una prima valutazione, intendiamo promuovere iniziative per impegnare il Ministero degli Esteri italiano a chiedere alle omologhe autorità egiziane il rispetto dei diritti del detenuto secondo gli standards minimi della Convenzione europea di prevenzione della tortura”, ha dichiarato l’Avv. Baldassare Lauria.
Diverse sono al momento le prese di posizioni politiche italiane, “La pena dell’ergastolo per la detenzione di una piccola quantità di marijuana è «una condanna insensata pronunciata dal Cairo», scrive in una nota Ivan Scalfarotto, responsabile Esteri di Italia Viva, e sollecita un’azione del ministro degli Esteri Antonio Tajani, chiedendo di prendere immediatamente contatto con il suo omologo egiziano, «anche eventualmente convocando l’ambasciatore dell’Egitto alla Farnesina, per far sentire la protesta più vibrante per una decisione che non presenta alcuna ragionevolezza o proporzionalità».
Una condanna «non accettabile» anche per Più Europa, che chiede alla Farnesina di convocare l’ambasciatore egiziano: «Nelle scorse settimane avevamo sollevato il caso attraverso una interrogazione ricevendo dal governo una risposta dai toni rassicuranti minimizzando la situazione». E, sottolineano, che «la partnership tra Italia ed Egitto sui temi economici, energetici e migratori non può ignorare questo ulteriore episodio giudiziario sproporzionato e intollerabile nei confronti di un cittadino italiano.
Anche Alleanza Verdi e Sinistra e Sinistra Italiana hanno espresso «preoccupazione, indignazione e sconcerto, per le sorti di Luigi Giacomo Passeri», ricordando le vicende Regeni e Zaki. «È stato detenuto senza traduttori, sottoposto a un interrogatorio senza avvocati», affermano il vicecapogruppo dei deputati di Avs Marco Grimaldi e il segretario regionale di Sinistra Italiana Abruzzo Daniele Licheri, che in questi mesi avevano seguito la vicenda.
Passeri, spiega la Farnesina, è accusato di essere stato trovato in possesso di «un importante quantitativo di stupefacenti tra cui anche numerosi ovuli, da lui ingeriti, contenenti anche essi stupefacenti». Motivo per cui «lo hanno condannato per traffico internazionale di droga».
Secondo quanto scrive il ministero, il legale ha già informato l’ambasciata dell’intenzione di presentare ricorso. «L’ambasciata», conclude la nota, «in stretto coordinamento con la Farnesina, sta continuando a seguire il caso con la massima attenzione, attraverso costanti contatti con il legale del connazionale e ha richiesto alle competenti autorità egiziane di autorizzare una visita consolare in carcere con la massima urgenza, per prestare ogni necessaria assistenza».