Si è aperto un nuovo filone processuale sull’attentato del 1974 che provocò 8 morti e 102 feriti. Ecco chi è il 65enne che è stato rinviato a giudizio perché accusato di avere piazzato la bomba in piazza della Loggia
La strage
Si è aperto, quindi, un nuovo filone sull’attentato fascista del 1974 che provocò 8 morti e 102 feriti. Il capo d’imputazione nei confronti di Toffaloni è dettagliato. “In concorso con altre persone tra le quali Carlo Maria Maggi (condannato all’ergastolo e deceduto) e Maurizio Tramonte, in carcere condannato all’ergastolo in via definitiva – si legge nelle carte processuali – allo scopo di attentare alla sicurezza dello Stato appartenendo all’organizzazione eversiva Ordine Nuovo, che aveva promosso l’attentato nell’ambito della pianificazione di una serie di azioni terroristiche, nel corso di una manifestazione in Piazza Loggia indetta dal Comitato permanente antifascista e dalle segreterie provinciali della Cgil, Cisl e Uil, agendo quale autore materiale, concorrendo nel collocamento dell’ordigno esplosivo destinato all’attentato in un cestino portarifiuti, cagionava la strage”.
Intanto, gli Avvocati Baldassare Lauria e Pardo Cellini, che hanno presentato ricorso in cassazione avverso la sentenza della seconda della Corte di Appello di Brescia del 5.10.2022, si dicono fiduciosi “La Cassazione non potrà che prendere atto delle plurime violazioni di legge consumate dalla decisione dei giudici bresciani che hanno respinto la domanda di revisione. Maurizio Tramonte non era presente in piazza della loggia il giorno della strage, la sentenza di condanna si fonda su un “falso”, la testimonianza di Vincenzo ARRIGO. La comunità bresciana non può accontentarsi di un colpevole qualunque, di questo ne siamo certi”.
La difesa dell’imputato
Il difensore di Toffaloni, l’avvocato Marco Gallina, aveva chiesto la sentenza di non luogo a procedere per il suo assistito, sostenendo anche l’ipotesi della prescrizione del reato. “Un processo era necessario – ha commentato invece Manlio Milani, presidente dell’associazione familiari delle vittime e che in Piazza Loggia perse la moglie Livia Bottardi – come andrà a finire lo vedremo. Sarebbe stato molto amaro dire che dopo 49 anni tutto era caduto in prescrizione”. Nel processo minorile non si possono costituire parti civili, ma in aula erano presenti i rappresentanti delle storiche parti civili: il Comune di Brescia, i sindacati e appunto i familiari delle vittime.
C’era anche un rappresentante del governo dopo le polemiche delle scorse settimane per la mancata costituzione di parte civile nell’ambito del procedimento davanti al tribunale ordinario, dove è in corso l’udienza preliminare a carico di Roberto Zorzi, maggiorenne all’epoca dei fatti, cittadino americano e proprietario di un allevamento di dobermann chiamato “il Littorio” e anche lui ritenuto uno degli esecutori materiali della strage fascista del 28 maggio 1974. “Il reato di strage non è prescritto – ha concluso Milani – e quindi ora a partire da settembre vedremo come andrà questo nuovo processo”.