Progetto InnocentI

ASSANGE NELLA GUANTANAMO BRITANNICA COSTRUITA PER UMILIARE E DEGRADARE I DETENUTI: LA DENUNCIA DELLA MADRE

Wikileaks è sotto assedio. Secondo quanto riferito dal ministro dell’Interno dell’Ecuador, Marìa Paula Romo, un presunto collaboratore di Julian Assange è stato arrestato nei giorni scorsi mentre tentava di lasciare il Paese. Sebbene il ministro non abbia fatto nomi, spiegando genericamente che si tratta di un “arresto per fini investigativi”, un funzionario governativo ha spiegato all’Associated Press che si tratta di Ola Bini, uno sviluppatore di software di cittadinanza svedese.

“Una persona vicina a Wikileaks, che risiede in Ecuador, è stata arrestata questo pomeriggio mentre si stava preparando per recarsi in Giappone”, ha commentato il ministro dell’Interno dell’Ecuador giovedì scorso. L’uomo ha vissuto in Ecuador per diversi anni e si è recato frequentemente presso l’ambasciata di Londra dove aveva ricevuto asilo il fondatore di WikiLeaks – prima di essere arrestato. Un funzionario ecuadoriano, che ha parlato in condizioni di anonimato, ha dichiarato all’Associated Press che  Bini è stato arrestato all’aeroporto di Quito.

Chi è Ola Bini

Ola Bini, 36 anni ed esperto di comunicazioni sicure, è arrivato a Quito nel 2013 dopo essere stato trasferito da Chicago all’ufficio ecuadoriano di Thoughtworks. Più o meno nello stesso periodo, ha iniziato a ripensare alle sue abitudini online, rinunciando, per esempio, al suo account Gmail. “Non voglio che tutta la mia vita elettronica sia ospitata dalla legislazione statunitense” scrisse in un post nel 2013.

Come riporta il South China Morning Postamici e persone care descrivono Bini come un fanatico del computer che si sente a suo agio nel risolvere problemi di programmazione estremamente complessi. Al momento del suo arresto, ha spiegato l’ex moglie Malin Sandell, era in partenza per il Giappone per due settimane di allenamento jujitsu – uno dei pochi hobby che si è concesso da quando fa il programmatore. Secondo la sua attuale compagna ecuadoriana, Sofia Ramos,  “Ola non è un hacker” ma “cerca di capire come  funzionano i computer e come essi proteggono la privacy delle persone”.

Nelle ore precedenti l’arresto, Ola Bini ha scritto su Twitter che le autorità ecuadoriane erano in procinto di avviare una “caccia alle streghe” contro WikiLeaks e i suoi collaboratori. Al momento il programmatore non è stato formalmente accusato di alcun crimine. Ma secondo i giornali ecuadoriani, le autorità stanno esaminando la possibilità che egli facesse parte di un piano per ricattare Lenin Moreno – il quale ha accusato Assange e WikiLeaks di aver diffuso materiale compromettente contro di lui “rubato” dal suo smartphone.

“Assange nella Guantanamo britannica”

“Julian è nella prigione di Belmarsh, la Guantanamo britannica”. A denunciarlo su Twitter è la madre del fondatore di WikiLeaks, Christine. “Il carcere – scrive la madre – è gestito in modo tale da umiliare e degradare il detenuto il più possibile”. Come riporta il sito di giornalismo investigativo Consortium News, Julian Assange è detenuto in una prigione di massima sicurezza a Londra, definita la “Guantanamo del Regno Unito” che è solita ospitare terroristi, assassini e serie minacce per la sicurezza nazionale.

L’elenco dei criminali celebri detenuti nel corso degli anni a Belmarsh include famigerati gangster, serial killer e trafficanti di droga. Ronnie Biggs della Great Train Robbery del 1963 fu imprigionato lì. Abu Hamza al-Masri, un religioso egiziano, era a Belmarsh fino alla sua estradizione negli Stati Uniti, dove sta scontando l’ergastolo per 11 capi d’imputazione connessi al terrorismo.

 

di Roberto Vivaldelli per Gli occhi della guerra

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