Lorenzo Tripodi (classe 95) e Michele Nucera (classe 94) stanno scontando la pena nel carcere d Arghillà di Reggio Calabria e gridano la loro innocenza. Sono stati condannati, unitamente ad altri coetanei, per la presunta violenza sessuale di gruppo a danno di una ragazza all’epoca dei fatti minorenne. Il contesto in cui si è verificato il fatto, secondo il narrato della ragazza, è quello della goliardia e della noia in cui vivono gli adolescenti. I fatti risalgono all’autuno del 2013, la ragazza raccontava di essersi intrattenuta sessualmente con due amici, e al suo rifiuto di coinvolgere un terzo “attore” fu costretta a subire l’ulteriore rapporto sessuale.
La dichiarazione della ragazza, nel processo a carico degli imputati, costituì l’unica prova a carico degli stessi. Ma le anomalie del suo racconto sono tante.
I difensori, Avvocati Baldassare Lauria e Maria Domenica Vazzana, hanno scoperto l’esistenza di alcune intercettazioni, stranamente non versate agli atti del processo, che dimostrano le false dichiarazioni della ragazza. Emerge un quadro di insieme che dimostra il tentativo della minorenne di giustificare le voci sempre più ricorrenti sulle sue plurime frequentazioni, insomma un modo per salvare la reputazione. Fra le prove nuove portate adesso alla cognizione dei giudici della revisione v’è pure la consulenza dell’Ing Reale che ha accertato il tentativo di alterazione delle prove da parte della vittima (presunta), emergendo infatti ben sette tentativi di cancellazione dal computer personale della stessa, all’epoca esaminato dagli inquirenti, di oltre 120 mila messaggi e foto scambiati con gli imputati. Il contenuto di queste chat riemerse dopo la perizia, falsifica del tutto la genuinità delle prove che secondo i giudici erano idonee a dimostrare la denuncia violenza di gruppo.