Progetto InnocentI

Lucia Bartolomeo sta scontando l’ergastolo per l’omicidio del marito ma una nuova perizia rivela il grave errore scientifico della sentenza.

[di Nicola Biondo] Non è la catarsi dell’happy-end di un film di Hollywood ma la fine, o forse l’inizio, di una storia incredibile di malagiustizia. Dove una donna viene condannata all’ergastolo per aver ucciso il marito con una dose di eroina e il movente è perché aveva un amante. Con l’aggravante che di questi rapporti extra-coniugali “non ha manifestato alcun segno di concreto pentimento e di revisione critica”. No, non sono le parole di qualche oscurantista. Ma quelle vergate in una sentenza in nome del Popolo italiano. Solo che di eroina in questa storia non c’è traccia, l’uomo è morto

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CASO CANGIANIELLO ANGELO

PAGINA IN COSTRUZIONE NOME  CANGIANIELLO ANGELO ( FIRENZE ) FASE RISOLTO SINTESI TIPOLOGIA DI REATO Detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti in concorso CONDANNE STATUS IMPUTATO ANNI DI CARCERE CAUSE CHE HANNO CONTRIBUITO ALLA CONDANNA RICHIESTA ESITO REVOCA SENTENZA DI CONDANNA INGIUSTA DETENZIONE ERRORE GIUDIZIARIO ALLEGATI Sentenza Revisione Cangianiello RISARCIMENTO ASPETTI CONTROVERSI Contrasto tra giudicati, ammissione di resposnabilità dell’imputato estorta PROGETTO INNOCENTI COINVOLTA SI. DIFESA: Avv.ti BALDASSARE LAURIA e PARDO CELLINI PAGINA IN COSTRUZIONE

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CASO SOLLA GIANFRANCO

Assolto per insussistenza del fatto a seguito di istanza di revisione ex art. 630 c.p.p. lett. a) per inconciliabilità dei fatti posti a fondamento della sentenza di condanna con quelli stabiliti in un’altra sentenza penale irrevocabile. Era stato condannato ad anni – di reclusione e – per estorsione in concorso. NOME SOLLA GIANFRANCO (Campania) FASE  RISOLTO SINTESI Chiesta la revisione della sentenza della Corte di appello di Napoli del 18.5.2015 (irrevocabile il 15.3.2016), che ha riformato solo in punto di pena quella del GUP di Napoli del 27.10.2014, con la quale è stato ritenuto responsabile di avere commesso, con il

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CASO BOMMARITO VINCENZO

IL CASO BOMMARITO VINCENZO: CONDANNATO PER UN OMICIDO GRAZIE AD UN’ACCUSA FALSA Vincenzo Bommarito e’ stato condannato alla pena dell’ergastolo per omicidio aggravato: accusato da un suo dipendente bracciante agricolo, Giuseppe Lo Biondo, di avere sequestrato ed ucciso Pietro Michele Licari dopo averlo tenuto sequestrato dentro una profonda botola d’ispezione di una condotta di acquedotto. Questa accusa è stata determinante per la condanna all’ergastolo di Bommarito, mentre l’accusatore correo se l’è cavata con tredici anni e quattro mesi. Dopo il fermo di Lo Biondo, Il giovane Bommarito viene raggiunto e tratto in arresto dai carabinieri in aperta campagna, nelle ore

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IL CASO MANDALA’, ERGASTOLANO MORTO IN CARCERE DA INNOCENTE

ERGASTOLO CON LE PROVE ILLEGALI COSTRUITE DAI CARABINIERI, ASSOLTO POST MORTEM. LA STESSA CORTE DI APPELLO DI CATANIA HA LIQUIDATO ALLA FAMIGLIA, A TITOLO DI RIPARAZIONE, LA SOMMA DI EURO 6.5000.000,00. La Corte d’Appello di Catania, al termine del processo di revisione sulla strage della casermetta di Alcamo Marina, ha assolto Giovanni Mandalà, condannato 33 anni fa all’ergastolo per l’omicidio dei due carabinieri Carmine Apuzzo e Salvatore Falcetta la sera del 27 gennaio 1976, e morto in cella nel 1998. Questa sentenza scrive dunque la parola “fine” in una delle vicende giudiziarie più oscure e controverse degli ultimi 40 anni.

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CASO AGATINO GIAMMONA

CASO GIAMMONA – CONDANNATO PER VIOLENZA SESSUALE Dal giugno del 2011 è in carcere con l’accusa di violenza sessuale. Da allora si professa innocente, anche se nessuno ha voluto mai credergli. Oggi, però, qualcosa sembra muoversi: per Agatino Giammona – un imprenditore siciliano di Taormina, condannato con sentenza definitiva a scontare una pena di 4 anni e 8 mesi di reclusione per un reato che giura di non aver commesso – la Cassazione ha disposto la revisione del processo. I giudici della Suprema corte di cassazione hanno annullato l’ordinanza della Corte di Appello di Reggio Calabria che aveva dichiarato inammissibile

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CASO GABRIELE ARAL

IL CASO GABRIELE ARAL CONDANNATO PER L’OMICIDIO DEI GENITORI Una condanna definitiva dopo 3 gradi di giudizio tutti perfettamente in sincrono come verdetto, nessuna esitazione, nessuna revisione di giudizio nei giurati: così fu per il povero Aral Gabriele accusato con sentenza definitiva di aver ucciso i suoi genitori Gaspare Gabriele ed Elena Figuzzo con una dose massiccia di sonnifero Minias (e forse in concorso con l’avvelenamento-soffocamento indotto dalla chiusura dei poveri corpi in due sacchi della spazzatura). Un delitto strano, che, in contemporanea con la vicenda Cogne, paralizzò nel 2002 l’Italia intera nell’orrore; eppure un delitto che sembra proprio non

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Enzo Ferrantelli e Gaetano Santangelo, assolti dopo 36 anni , e una vita vissuta da” latitanti di Stato” in Brasile

Condannati ingiustamente per l’omicidio di due carabinieri, quando erano ancora minorenni. Dopo una latitanza di oltre venti anni in Brasile, assolti per non aver commesso il fatto Ci sono voluti 36 anni e oggi la sezione per i minorenni della Corte d’appello di Catania ha assolto con formula piena Vincenzo Ferrantelli e Gaetano Santangelo, condannati a 14 e 22 anni per la strage nella caserma di Alcamo Marina del 26 gennaio 1976, in cui morirono i carabinieri Salvatore Falcetta e Carmine Apuzzo. Il processo di revisione era scaturito dopo che un ex carabiniere, Renato Olino, spiegò che le confessioni erano

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Lucia Bartolomeo sta scontando l’ergastolo per l’omicidio del marito ma una nuova perizia rivela il grave errore scientifico della sentenza.

[di Nicola Biondo] Non è la catarsi dell’happy-end di un film di Hollywood ma la fine, o forse l’inizio, di una storia incredibile di malagiustizia. Dove una donna viene condannata all’ergastolo per aver ucciso il marito con una dose di eroina e il movente è perché aveva un amante. Con l’aggravante che di questi rapporti extra-coniugali “non ha manifestato alcun segno di concreto pentimento e di revisione critica”. No, non sono le parole di qualche oscurantista. Ma quelle vergate in una sentenza in nome del Popolo italiano. Solo che di eroina in questa storia non c’è traccia, l’uomo è morto

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CASO CANGIANIELLO ANGELO

PAGINA IN COSTRUZIONE NOME  CANGIANIELLO ANGELO ( FIRENZE ) FASE RISOLTO SINTESI TIPOLOGIA DI REATO Detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti in concorso CONDANNE STATUS IMPUTATO ANNI DI CARCERE CAUSE CHE HANNO CONTRIBUITO ALLA CONDANNA RICHIESTA ESITO REVOCA SENTENZA DI CONDANNA INGIUSTA DETENZIONE ERRORE GIUDIZIARIO ALLEGATI Sentenza Revisione Cangianiello RISARCIMENTO ASPETTI CONTROVERSI Contrasto tra giudicati, ammissione di resposnabilità dell’imputato estorta PROGETTO INNOCENTI COINVOLTA SI. DIFESA: Avv.ti BALDASSARE LAURIA e PARDO CELLINI PAGINA IN COSTRUZIONE

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CASO SOLLA GIANFRANCO

Assolto per insussistenza del fatto a seguito di istanza di revisione ex art. 630 c.p.p. lett. a) per inconciliabilità dei fatti posti a fondamento della sentenza di condanna con quelli stabiliti in un’altra sentenza penale irrevocabile. Era stato condannato ad anni – di reclusione e – per estorsione in concorso. NOME SOLLA GIANFRANCO (Campania) FASE  RISOLTO SINTESI Chiesta la revisione della sentenza della Corte di appello di Napoli del 18.5.2015 (irrevocabile il 15.3.2016), che ha riformato solo in punto di pena quella del GUP di Napoli del 27.10.2014, con la quale è stato ritenuto responsabile di avere commesso, con il

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CASO BOMMARITO VINCENZO

IL CASO BOMMARITO VINCENZO: CONDANNATO PER UN OMICIDO GRAZIE AD UN’ACCUSA FALSA Vincenzo Bommarito e’ stato condannato alla pena dell’ergastolo per omicidio aggravato: accusato da un suo dipendente bracciante agricolo, Giuseppe Lo Biondo, di avere sequestrato ed ucciso Pietro Michele Licari dopo averlo tenuto sequestrato dentro una profonda botola d’ispezione di una condotta di acquedotto. Questa accusa è stata determinante per la condanna all’ergastolo di Bommarito, mentre l’accusatore correo se l’è cavata con tredici anni e quattro mesi. Dopo il fermo di Lo Biondo, Il giovane Bommarito viene raggiunto e tratto in arresto dai carabinieri in aperta campagna, nelle ore

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IL CASO MANDALA’, ERGASTOLANO MORTO IN CARCERE DA INNOCENTE

ERGASTOLO CON LE PROVE ILLEGALI COSTRUITE DAI CARABINIERI, ASSOLTO POST MORTEM. LA STESSA CORTE DI APPELLO DI CATANIA HA LIQUIDATO ALLA FAMIGLIA, A TITOLO DI RIPARAZIONE, LA SOMMA DI EURO 6.5000.000,00. La Corte d’Appello di Catania, al termine del processo di revisione sulla strage della casermetta di Alcamo Marina, ha assolto Giovanni Mandalà, condannato 33 anni fa all’ergastolo per l’omicidio dei due carabinieri Carmine Apuzzo e Salvatore Falcetta la sera del 27 gennaio 1976, e morto in cella nel 1998. Questa sentenza scrive dunque la parola “fine” in una delle vicende giudiziarie più oscure e controverse degli ultimi 40 anni.

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CASO AGATINO GIAMMONA

CASO GIAMMONA – CONDANNATO PER VIOLENZA SESSUALE Dal giugno del 2011 è in carcere con l’accusa di violenza sessuale. Da allora si professa innocente, anche se nessuno ha voluto mai credergli. Oggi, però, qualcosa sembra muoversi: per Agatino Giammona – un imprenditore siciliano di Taormina, condannato con sentenza definitiva a scontare una pena di 4 anni e 8 mesi di reclusione per un reato che giura di non aver commesso – la Cassazione ha disposto la revisione del processo. I giudici della Suprema corte di cassazione hanno annullato l’ordinanza della Corte di Appello di Reggio Calabria che aveva dichiarato inammissibile

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CASO GABRIELE ARAL

IL CASO GABRIELE ARAL CONDANNATO PER L’OMICIDIO DEI GENITORI Una condanna definitiva dopo 3 gradi di giudizio tutti perfettamente in sincrono come verdetto, nessuna esitazione, nessuna revisione di giudizio nei giurati: così fu per il povero Aral Gabriele accusato con sentenza definitiva di aver ucciso i suoi genitori Gaspare Gabriele ed Elena Figuzzo con una dose massiccia di sonnifero Minias (e forse in concorso con l’avvelenamento-soffocamento indotto dalla chiusura dei poveri corpi in due sacchi della spazzatura). Un delitto strano, che, in contemporanea con la vicenda Cogne, paralizzò nel 2002 l’Italia intera nell’orrore; eppure un delitto che sembra proprio non

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Enzo Ferrantelli e Gaetano Santangelo, assolti dopo 36 anni , e una vita vissuta da” latitanti di Stato” in Brasile

Condannati ingiustamente per l’omicidio di due carabinieri, quando erano ancora minorenni. Dopo una latitanza di oltre venti anni in Brasile, assolti per non aver commesso il fatto Ci sono voluti 36 anni e oggi la sezione per i minorenni della Corte d’appello di Catania ha assolto con formula piena Vincenzo Ferrantelli e Gaetano Santangelo, condannati a 14 e 22 anni per la strage nella caserma di Alcamo Marina del 26 gennaio 1976, in cui morirono i carabinieri Salvatore Falcetta e Carmine Apuzzo. Il processo di revisione era scaturito dopo che un ex carabiniere, Renato Olino, spiegò che le confessioni erano

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